Un alito d’azzurro
nel cielo che si perde
sull’ultimo sussurro
laggiù tra l’orizzonte
sottile, in mezzo al verde
immobile del monte:
era così il cammino
di questa nostra vita
nell’ansia del mattino
per qualche via smarrita.
E ricomincia il viaggio
tra nuvole di rame,
lievi come il miraggio
di qualche sogno assorto
di silenziose trame,
come di porto in porto
l’ennesima mia nave
che scorderà la via
tra candide onde cave
senza più alcuna scia.
Era così, una volta,
era e sarà di nuovo,
mentre l’orecchio ascolta
canti d’antichi canti
dove non so, e mi trovo,
dentro suadenti incanti,
su un mare sconosciuto
di candide onde piene
di ciò che già ho perduto
tra voci di sirene.
Casalecchio di Reno (Bologna), 4 luglio 2018
Via, non so dove, via su un'altra via, per altri viaggi dove nulla conosco, anche se resto fermo in questa mia buia stanza, tra le concave ombre silenziose del monte che porta in alto, lassù, dove si può toccare il cielo con un dito. Sì perché in fondo tutto è cielo, tutto è azzurro, tutto è andare oltre l'infinito circolo dell'orizzonte. E la mia nave è quella fantasia che corre, spinta dalla curiosità di sapere, di vedere, di toccare. E di nuovo sentirò il canto delle sirene, come un incantamento senza limite, senza tempo. Nel canto delle sirene sta il canto della nostra vita, strana corsa dietro non si sa che miraggi. E Ulisse ci precorre e noi andiamo, ma senza perderci, andiamo alla scoperta di chi siamo davvero e di chi vogliamo essere, se possiamo. Nulla è precluso alla fantasia, nulla si smarrisce nel desiderio di tornare a quelle stelle per cui siamo stati creati, perché desiderio è proprio "de sideribus", qualcosa che viene dalle stelle nelle più alte distanze siderali. E i nostri sogni sono polvere di stelle e per raggiungerli dobbiamo metterci in viaggio.
Copyright (C) Federico Cinti 2018
Immagine: Photo by Filip Bunkens on Unsplash
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