Ora mi fermo un po',
mi fermo qui nell'ora
che non sta ferma, no,
e non si placa ancora
nell'ansia che in cuore ho,
quell'ansia che divora
il giorno, ma non so,
che lento trascolora.
Me ne sto fermo, dai,
fermo senza far niente,
fermo nell'ora, ormai,
tra queste luci spente,
privo di gioie o guai,
rivolto all'occidente.
Casalecchio di Reno (Bologna), 9 luglio 2018
E alle volte capita così, che ci si fermi un po', senza una reale motivazione. Si sta facendo una cosa e ci si ferma, come se tutto il resto non esistesse più, come se ci fossimo solo noi e il mondo circostante fosse sparito d'un tratto. E anche il sottofondo querulo del giorno scompare, mentre rivolti verso la finestra, fissiamo un occidente che trascolora impercettibile agli occhi. Già, ma sono gli occhi poi che vedono quello che ci circonda? Non l'ho mai capito. Ho ricordi vaghi nella memoria, come un mare placido in cui tutto si fonde, luci suoni profumi, e a volte tutto riemerge come in un sogno incontrollabile. E allora penso alla scienza che ci vuole spiegare tutto e non sa nemmeno dirci perché l'acqua è bagnata. Sì, ci dice che lo è, ma il perché delle cose non lo sa, perché sa solo il come. E tutto a un tratto risento la musica che stavo ascoltando mentre scrivo e il frinire delle cicale d'una calda giornata estiva e le voci dei bimbi. E di là la mamma che canta, mentre il mio cuore si scioglie, come quando ero bambino e la seguivo dappertutto. E intanto è giunta un'altra sera sull'ansia di questo giorno uguale agli altri, eppure così diverso e unico. E anch'io forse naufrago in un mare...
Copyright (C) Federico Cinti 2018
Immagine di : A. M.
Nessun commento:
Posta un commento