Oboe d'Amore

Fluiscono assieme al vento i miei pensieri

in questo giorno languido di sole,

giorno senza virtù, senza colore,

simile già a domani, o forse a ieri,

di mille, indefinibili parole,

tra gli echi indefinibili del cuore,

carezze di una greve nostalgia

sulle ali della mia malinconia.

Casalecchio di Reno (Bologna), 24 luglio 2018

E mentre ascolto e riascolto, come rapito, la voce incantata dell'oboe d'amore nei concerti barocchi di J.S. Bach, il mio pensiero vaga libero sulle onde del vento arroventato di questo giorno di luglio così chiaro. E sento l'abbraccio dei secoli che ripercorre strade già trite e ritrite, come del resto la musica malinconica di chi suona nella malinconia di chi ascolta. E le cicale accompagnano a loro modo il nostro canto, quelle cicale che, secondo Platone, erano gli uomini prima che al mondo fossero donate le Muse, come il vecchio Socrate racconta al giovane Fedro. E forse è vero, forse in quel mito vi è la chiave di quel frinire tenace e persistente. E il cuore vaga alla ricerca di quel che desidera per appagarsi tra gli eterni palpiti di una realtà che aspira alla sua perfezione, aspira ad altro che è andare oltre, dove tutto ha senso, il vero senso. E la musica dolce e melodiosa si fonde con il suono dell'essere, dove tutto si scopre per quello che veramente è. Ed è forse questa la malinconia, quel senso di noia in cui possiamo riflettere su quel che siamo, su quel che vogliamo, senza gioia e senza alcun dolore. E mi abbandono così all'oboe, all'oboe d'amore. 

Copyright (C) Federico Cinti 2018
Immagine:Foto A.M.