lunedì 21 maggio 2018

Il gioco del poeta

Gioco a fare il poeta innamorato
D’una donna bellissima, fatale
E dall’etereo fascino incantato
fuori e dentro di sé, che non ha eguale,


a cantarne ogni dote, emozionato
davanti al suo essere unico, speciale
tra le altre meraviglie del creato,
perché di fronte a lei più nulla vale,


perfetta come è in tutto per davvero,
sempre accesa nell’animo dal fuoco
dell’indagine attenta del mistero


delle cose, al di là del pressappoco,
di cui cerca instancabile il sentiero,
ma forse il mio non è poi tanto un gioco. 


Casalecchio di Reno (Bologna), 21 maggio 2018


Non si può non amare e, come diceva il buon Virgilio, «omnia vincit amor et nos cedamus amori» ("Bucoliche" X 69). Anch'io mi sono innamorato «d'una donna incredibile, fatale»: ogni tanto mi piace pure citarmi e autocompiacermi dei miei versi. ecco, una donna così «speciale» che non si può vivere senza di lei, perché dà il senso vero alle cose, alle parole, al tempo che passa. Non so, è come se io mi sentissi pervadere tutto da lei, che mi comunica un sentimento intenso e vivificante, che mi spinge a fare il poeta, a giocare con le parole e con i versi, perché non è possibile tacere la sublime grandezza di fronte a cui si trovano il mio animo e il mio cuore. Sì, un gioco tremendamente serio, un gioco cui non ci si può sottrarre, cui non voglio assolutamente sottrarmi, perché a poco a poco è diventata una ragione di vita, la ragione della mia vita. Già, «vince ogni cosa l'amore», potremmo tradurre il primo emistichio del verso del sommo poeta, del vero poeta, Virgilio, «e noi cediamo all'amore», per chiudere la mirabile espressione citata prima nella lingua originale. Insomma, non rinuncio più all'amore e al suo canto.

Copyright (C) Federico Cinti 2018
Immagine: Around rose, Miguel Ugalde, https://www.freeimages.com/

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