Il Giordano diventa acqua lustrale
in cui purificare il proprio cuore,
compiuto nella vita per errore,
si fa fonte però battesimale
quando Giovanni, pieno di stupore,
accettandone il fatto eccezionale,
obbediente battezza il suo Signore,
mentre s'aprono i cieli sul creato,
discende il Santo Spirito nel vento,
come colomba, sopra il battezzato,
e una voce si sente, in quel momento,
che dice: «Questi è il Figlio mio, l’amato:
in lui ho posto il mio compiacimento».
Quest'anno le feste natalizie erano disposte in modo tale da disorientarmi un po': il Natale a ridosso della quarta domenica d'Avvento, la Sacra Famiglia a ridosso della solennità di Santa Maria madre di Dio, l'Epifania a ridosso del Battesimo del Signore. Insomma, un periodo abbastanza impegnativo: la voce dell'angelo che annunzia ai pastori che è nato il Salvatore, la contemplazione nel silenzio del mistero della salvezza che si è incarnata e ha posto la sua dimora in mezzo a noi e in noi, la manifestazione al popolo eletto e a tutti i popoli della Terra e l'apertura dei cieli nel momento in cui Gesù esce dall'acqua mentre la voce del Padre lo indica come il figlio suo prediletto in cui ha posto il suo compiacimento. In questa festa che, quasi come una cerniera, chiude il tempo di Natale e apre il tempo per annum, l'acqua è nascita e rinascita a vita nuova. Mio fratello, che oggi compie gli anni, può ben gioire che nel suo giorno si celebri un momento così importante per la nostra storia di uomini, se è vero - come afferma Pietro negli atti - che sotto il cielo non vi è altro nome che ci possa salvare dalla colpa e dalla morte.
Copyright (C) Federico Cinti 2018
Immagine: Piero della Francesca, Battesimo di Cristo (1440-1460) National Gallery, Londra.
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