del portico per l’aria cristallina
lungo la Porrettana? Ha forse voglia
di vestirsi di nuovo, stamattina
che il giorno oggi più limpido si spoglia
della sua grigia, gelida cortina
di nebbia e dentro l’anima germoglia
un non so che di vita lieve, fina,
tra le pieghe recondite del cuore
scioltosi a questo po’ di primavera
al cui raggio sfavilla di colore
l’ansia del tempo, il cupo che dispera
nel sentire di nuovo quel tepore
simile a un dolce sogno che s’avvera.
Casalecchio di Reno (Bologna), 23 gennaio 2018
Ho sempre pensato, ma poi anche altri me lo hanno confermato, che il nostro bel portico lungo la Porrettana alla Croce sia stato davvero una "social street" ante litteram. Già, perché a parte naturalmente tutti i negozi, le attività commerciali e quant'altro, è proprio luogo e momento di socializzazione, d'incontro, di chiacchiere (oh, non dico pettegolezzi, anche se ci starebbero pure quelli). Certo, d'inverno si fa un po' più di fatica, per il gelo che tira sempre; ma in primavera è tutt'un'altra cosa. Pure questa mattina, che c'era un bel sole, abbiamo incontrato molte persone che andavano alla spesa, che passeggiavano, che si fermavano in capannello a salutarsi e a raccontarsi la vita di tutti i giorni. addirittura qualcuno, al bar, con la scusa di fumare, si è messo fuori. Mi ci sono messo pure io, ovviamente con le spalle al sole per riscaldarmi un po', perché non è che mi piaccia tanto l'aria frizzantina, anche se ho l'abitudine di vestirmi parecchio, forse anche troppo. Credo che fosse la stessa sensazione provata da Pascoli a Messina quando, componendo la famosa poesia L'aquilone", comincia: "C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole, / anzi d'antico: io vivo altrove e sento / che sono intorno nate le viole" (vv. 1-3). Già, è la ciclicità delle stagioni che, di volta in volta, stratifica nella nostra anima ricordi d'età che, ahimè, non torneranno più.
Copyright testi e immagini (C) Federico Cinti 2018
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