Sorella
Chiara, vergine prudente,
risplende
la tua lampada nel cielo
ora
assieme allo sposo, quel Signore
sempre
atteso da te con zelo ardente
nella
clausura, sotto il sacro velo
dell’obbedienza
in carità di cuore.
Prega
per noi, per questo mondo stanco
di
false verità, standoci a fianco.
Casalecchio di Reno (Bologna),11 agosto 2018
Anche
Chiara d’Assisi (1193-1253), come molti giovani della sua epoca, ha avvertito
distintamente la ricchezza spirituale della proposta di vita di Francesco
d’Assisi, suo contemporaneo, che poi altro non era se non aderire totalmente
all’insegnamento di Gesù: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e
dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi» (Mc 10,21).
Essere poveri per il mondo e le sue false verità significa essere pienamente
ricchi e realizzati secondo la parola di Cristo, di quell’unico pane che nutre
e sorregge. Così, Chiara per tutta la vita si distingue per il culto reso all’Eucarestia,
anche nei momenti più cupi della storia civile. E la sua scelta forte,
radicale, diventa patrimonio condiviso anche da altre consorelle che
abbracciano il suo modello di vita di preghiera e povertà e proprio nel suo
nome si chiamano tuttora e per sempre Clarisse. Veramente quindi appartiene al
novero delle vergini prudenti, che tutta la notte attendono lo sposo con la
lampada accesa; poi, quando lo sposo giunge, quando il Signore bussa alla
porta, è la gioia più autentica che si possa provare. Nello stesso suo nome
traspare la luce, la purezza, la giocondità di essere tutto a tutti. Quando
sono stato ad Assisi, nella chiesa a lei dedicata, si respira la serenità di
chi ha trovato ciò che più di tutto il resto conta e che ha voluto condividere
assieme a tutti gli altri suoi fratelli. Casalecchio di Reno (Bologna),11 agosto 2018
Copyright (C) testi Federico Cinti 2018
Immagini : Google immagini
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