Nel deserto dell’anima in cui pare
non esserci più quasi via d’uscita,
nel ricercare ciò che può saziare
la fame di giustizia, l’infinita
sete di Dio che sembra divorare
una ragione incredula, smarrita
in un cuore incapace di sperare,
è Gesù il pane vero della vita
mandatoci dal Padre giù dal cielo,
è Gesù il pane vivo che ci sazia,
se noi crediamo in lui, nel suo Vangelo,
in cui l’essere libero si spazia
al di là d’ogni limite, ogni velo,
trovando il senso nell’eterna grazia.
Mi pare molto interessante la
notazione dell’evangelista secondo cui gli uomini, quelli che avevano visto i
segni di Gesù nella moltiplicazione dei cinque pani e due pesci, ma forse anche
altri in precedenza, cominciano a cercare Gesù, che si fa trovare, come sempre
nella storia. Ma il Signore dice loro con molta franchezza che il motivo per
cui lo stanno cercando è il bisogno di superare senza fatica la fame del giorno
e di quelli successivi. Ma Gesù non è venuto per questo. Come con la Samaritana
al pozzo di Sicar, egli promette un'acqua che placherà ogni sete; allo stesso
modo in questo passo evangelico è la fede nel vero pane, nel pane vivo disceso
dal cielo, nel pane di vita, che è poi lo stesso Gesù, a dare senso compiuto
all’incolmabile desiderio dell’umanità d’infinito. E l’infinito è Dio, il cui
volto si è rivelato in Gesù. Nella storia della salvezza il Signore aveva
nutrito il suo popolo nel deserto con la manna, oggi Gesù nutre la sua Chiesa
con il proprio corpo e il proprio sangue, perché solo chi crede in lui può
costruire il regno e avere la vita eterna. Tutto il resto è un sogno, una pia
illusione. Chi ha Dio, come si dice, non ha più bisogno di nulla.
Copyright (C) Federico Cinti 2018
Immagine: foto da collezione privata
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