E poi fermarsi ancora
per riposarsi un po’
sul correre dell’ora
nel tempo che non ho,
per riposarsi un po’
sul correre dell’ora
nel tempo che non ho,
fermarsi sulla soglia
di un’emozione nuova,
nata come una voglia
che sempre si riprova,
di un’emozione nuova,
nata come una voglia
che sempre si riprova,
e poi sostare fermi
così, senza un perché,
un attimo per bermi
l’ennesimo caffè
così, senza un perché,
un attimo per bermi
l’ennesimo caffè
di questa mattinata
lentissima, infinita,
non so se mai iniziata
o forse già finita.
lentissima, infinita,
non so se mai iniziata
o forse già finita.
Casalecchio di Reno (Bologna), 22 agosto 2018
Dopo il mercato, che a Casalecchio – almeno quello
del centro – si tiene il mercoledì, è d’obbligo una piccola pausa in
pasticceria, da Dino, anche perché occorre ritemprare il corpo e lo spirito
dopo cotanta fatica. Sì, il mercato mi spossa parecchio, con tutta quella
confusione, quel vociare scomposto, e poi non c’è volta che non s’incontri
qualcuno da salutare, con cui parlare. Sarà il suo bello, non voglio negarlo;
ma io lo trovo un po’ stressante. O forse è solo una scusa per spingersi un po’
più in là, lungo la via Marconi alta come dicono, per andare un po’ da Dino, la
pasticceria in cui è sempre una lotta trovare un posticino libero in cui fare
il nido. Questa mattina siamo stati fortunati, non lo nego. Del resto, ci
accompagnava mia nipote, anche se devo dire che è riuscita a sbagliare due
volte su due la strada prima di imbroccare quella giusta. Ma la capisco, in
questa strana estate pare che tutto, o quasi, possa succedere. Io non ho
rinunciato al mio caffè, quello buono, quello in cui è possibile dimenticare
per un attimo, anche un attimo solo, tutto il resto. E in effetti è stato così.
Ma questa è la dannazione e la salvezza del panta
rhei.
Copyright (C) testi e foto Federico Cinti 2018
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