Un tocco lieve, un alito di vento
simile a un carezzare inaspettato
nell’obliquo silenzio del momento,
un po’ di pace in cui fermarsi appena
un attimo a pensare a ciò che è stato
e a ciò che non sarà, prima di cena,
un guizzo di ricordi, sensazioni,
gesti di lontanissime giornate,
musiche dentro l’anima, canzoni
dolcissime nel cuore dell’estate.
Casalecchio di Reno
(Bologna), 3 agosto 2018E prima che la mamma mi chiamasse per la cena, non so, sono come trasalito al lieve carezzare d’un alito di vento, che in questi torridi giorni d’estate è davvero cosa rara. E ho risentito in me mille emozioni non dimenticate, ma sopite chissà dove, chissà quando, senza quasi un perché se non per la distrazione data dalle mille, inutili cose che sempre si hanno da fare e non finiscono mai. Eppure il giorno è allagato di sole, le cicale cantano come per impulso divino, tutto procede nonostante il silenzio in cui mi ritrovo per la concentrazione. Eppure torna sera, subito sera, precipitando nel ciclo per cui ogni cosa finisce e ricomincia, anche se qualcuno lo nega. Io so che è così, che il senso ultimo delle cose ci è stato spiegato e rivelato ed è al di là delle cose stesse. Per questo, come posso e quando posso, cerco di gustare appieno la realtà fuori e dentro di me. Ma adesso, dopo tante elucubrazioni, sarà meglio che vada, sarà meglio che io mi rimetta a fare qualche cosa di serio, se mai ci sono riuscito. So solo questo, che il lavoro intellettuale, checché ne dicano, è molto pesante.
Copyright (C) Federico Cinti 2018
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