Signore, da chi andremo? Tu soltanto
ci parli d’una vita che non muore
nella gioia dell’anima, nel pianto
per la fragilità del nostro cuore.
Signore, da chi andremo? Tu sei il santo
di Dio, tu sei l’essenza dell’amore
che sta con noi, che ci cammina accanto,
per farci superare ogni timore.
Signore, da chi andremo? Ci hai aperto
la via al Padre, ti abbiamo conosciuto
tra le stanche fatiche del deserto.
Signore, da chi andremo? Tu hai voluto
che noi fossimo in te, tu ci hai offerto
tutto te stesso e in te abbiamo creduto.
È fatica cambiare noi stessi, metterci in discussione, trovare modi nuovi di essere persone vere alla sequela del Vangelo e Gesù lo sa bene: sa che le sue parole a molti appaiono dure, perché non corrispondono alle loro aspettative. Eppure Gesù non costringe nessuno a seguirlo: tende la mano, ma senza la pretesa che la si stringa. Sarà l’evidenza delle cose, della realtà, a dimostrare che l’unica via per la perfezione, che è giungere al Padre, passa attraverso di lui, di Gesù stesso. Anche agli Apostoli il Maestro rivolge la stessa domanda, anche agli Apostoli Gesù chiede se lo vogliano abbandonare, come hanno fatto altri. Ma Pietro risponde per tutti: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il santo di Dio». In questa professione di fede, vera e spontanea, si gioca tutta la nostra vita. Non c’è sotto il cielo, che vale a dire in tutto l’universo, qualcuno che possa garantire la vita eterna, che altro non significa non morire ogni giorno nella disperazione che tutto deve finire. Il santo di Dio, il Figlio, Gesù, ci dà la certezza che siamo fatti per l’eternità, siamo stati creati per essere felici e godere dell’intima letizia nella conoscenza sua e dei fratelli. Questo, in fondo, è essere Chiesa; questo, in fondo, è essere cristiani e testimoniare il nome di Gesù a tutto il mondo senza paura.
Copyright (C) testi Federico Cinti 2018
Immagine: Photo by Emmanuel Phaeton on Unsplash
Nessun commento:
Posta un commento