E il giorno si fa
trita
trama di vecchie
cose
lungo la via
infinita
di strade
polverose,
immagine sbiadita
d’azioni
silenziose
sfumate tra le
dita
fragili,
frettolose,
e il giorno si fa
vuota
assenza nel
pallore
fisso nell’ora
immota,
si fa muto languore
a piombo sull’ignota
vertigine del
cuore.
Casalecchio di
Reno (Bologna), 9 agosto 2018
Chissà se capita solo a me di avere la
sensazione che questi giorni d’estate non passino mai, fissi in una sorta d’immobilità
infinita, mentre il sole langue per l’aria fino alla sua agonia nella sera.
Eppure tutti i giorni di quest’estate mi paiono così, come ammalati d’una
malinconia impalpabile, in cui ogni gesto, anche piccolo, ogni azione si fa
rito perenne, mentre le strade del quartiere restano vuole e silenziose, quasi
senza una vita apparente nell’invisibilità. E la voce è quella del vento, che
soffia lontano, è quella delle cicale, che friniscono cantando un loro poema
antico, è quello delle moto che sfrecciano nel vuoto in un attimo di ritorno
alla normalità, se così si può chiamare. E il pomeriggio indugia tra queste
quattro stanze a leggere qualcosa, ad ascoltare discorsi altrui, ma senza
senso. E penso, e penso a mille cose, a ciò che avrei voluto essere e non sono,
a ciò che avrei voluto fare e non ho fatto. E tutto mi resta sospeso, come
irrisolto fino a domani, fino a un altro giorno che, credo, sarà uguale a
questo. Ed è l’estate.
Copyright (C) Federico Cinti 2018
Immagine:foto di A.M.
Bravo Federico
RispondiEliminaGrazie, carissimo! Diciamo che alle volte ci prendo...
Elimina