lunedì 6 agosto 2018

La Trasfigurazione del Signore



In quel tempo Gesù prende con sé
Pietro, Giovanni e Giacomo su un monte
alto e conversa con Elia e Mosè
in una nube splendida, di fronte

agli increduli Apostoli stupiti,
trasfigura il suo volto nel fulgore
del sole, trasfigura i suoi vestiti
fino a farli di un candido bagliore,

e una voce, dal cielo più elevato,
con amore proclama in quel momento
a tutti: «Questi è il figlio mio, l’amato:
in lui ho posto il mio compiacimento».

Casalecchio di Reno (Bologna),  6 agosto 2018

 Nel momento in cui Gesù trasfigura se stesso assieme a Mosè, che rappresenta la Legge, ed Elia, che rappresenta i Profeti, gli Apostoli che sono con lui comprendono veramente chi egli sia e ne vedono la gloria, anche perché il termine gloria significa veramente la manifestazione visibile di Dio agli uomini. Pietro, Giacomo e Giovanni ne restano stupiti: il loro Maestro, quello con cui condividono tutto, è veramente il Figlio dell’Altissimo ed è più grande di Mosè e di Elia, perché ne è la perfezione, il compimento. È sul monte (forse il Tabor, non è certo, ma non importa) che avviene questo segno, a un passo dal cielo, dove più chiara s’avverte la voce del Padre. E anche questo è un grande insegnamento: Dio va cercato nel proprio raccoglimento interiore, anche quando si è immersi nel più profondo rumore o disordine, come nella nostra realtà contemporanea. E gli uomini saranno così, dopo aver compiuto il loro cammino e la loro missione, saranno come Gesù è veramente, figli della luce e dell’amore, pieni di quella grazia che sola viene da Dio e che a Dio ritorna. Durante il periodo estivo, quando ormai tutti noi abbiamo preso l’abitudine di cercare chissà cosa al mare, in montagna, in città d’arte, quando insomma rischiamo di perdere noi stessi, la memoria della trasfigurazione del Signore ci richiama alla nostra vera natura di persone fatte per il cielo.

 Copyright (C) Federico Cinti 2018
 
Immagine: https://www.santodelgiorno.it/trasfigurazione-del-signore/?newsletter=2018-08-06
 

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