mercoledì 29 agosto 2018

Un improvviso ritorno



Un’eco di vita lontana
risuona laggiù nell’azzurro
del cielo, un’immagine vana
sospesa a un etereo sussurro,

un sogno d’un suono smarrito
nel suono d’un sogno sognato
o appena così percepito
ritorna da dove era nato,

e sembra, mi sembra, ma forse
mi sfugge qualcosa d’ignoto,
mi sembrano immobili corse
d’un fragile mondo remoto,

mi sembrano ciò che non sono
nell’ombra d’un occhio ormai stanco,
un’eco d’un sogno d’un suono
lontano, remoto qui a fianco.

L’azzurro leggero mi sfiora
col tocco di qualche carezza,
laggiù non so dove vapora
con soffi di placida ebrezza,

galleggio per l’aria serena
a morto nel lago del cuore,
blandito dai palpiti appena
d’un altro me, adesso migliore,

e sento, mi sento una pace
nell’anima adesso sospesa
nell’ora che fugge incapace
di quiete, mi sento in attesa

d’un raggio di luce improvviso
sul languido azzurro del giorno,
d’un semplice, dolce sorriso
su un lieve, improvviso ritorno.

Casalecchio di Reno (Bologna), 29 agosto 2018

E quando senti il mondo entrare dalla finestra così attutito, così lontano per l’azzurro del cielo, l’immaginazione non può che figurarsi spazi senza fine. E si vaga, si corre dove non si è mai giunti, si scoprono cose di cui non si conosceva nemmeno l’esistenza, si avvertono sensazioni mai provate prima. Ed è come una vertigine sulla profondità degli abissi, un volo in cui s’abbraccia tutto l’orizzonte quasi al di là degli estremi confini del tutto. E il tutto si popola di suoni mai uditi, laggiù, in fondo in fondo, forse nel lago del cuore, tra i ventricoli che corrono nel loro eterno ciclo vitale. E poi l’azzurro che investe ogni più piccolo interstizio, come una fascia polverosa, ma inconsistente. Un viaggio, un altro viaggio, un sogno che s’avvera nell’eco d’una vita remota, eppure vicinissima. E poi il ritorno improvviso, come se qualcuno ci avesse richiamato all’hic et nunc, a tenere i piedi a terra, perché il sogno è finito e anche la sua attesa. O forse solo perché quell’attesa si è realizzata finalmente e il sogno è divenuto realtà, mentre i confini non esistono più e tutto è possibile in questo mondo in cui tutto è solo probabile. E allora è la felicità, l’ebrezza di un momento irripetibile. Ecco, così mi è capitato questo pomeriggio


Copyright (C) testi Federico Cinti 2018
Immagine: blue and white sky- Photo by Irina Kostenich on Unsplash

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