domenica 25 febbraio 2018

Nella seconda domenica di quaresima

Dove la via finisce, sull’altura
d’un monte, tra una nuvola, il Signore
assieme a Elia e Mosè si trasfigura
in tutta la sua gloria, il suo splendore,


mostrando la sua autentica natura
divina ai suoi tre Apostoli che in cuore
gioiscono, pur presi da paura
e da uno strano, insolito stupore,


quando dal cielo subito una voce
dice loro: «Ascoltatelo: è l’amato»,
indicando la strada della croce


come segno pasquale, preparato
per la salvezza, anche se pare atroce,
di questo mondo un po’ disorientato.


Casalecchio di Reno (Bologna), 25 febbraio 2018




Quale sia il monte su cui Gesù si è trasfigurato non è noto. Sì, pare che uno dei possibili sia il Monte Tabor, ma non è detto. E poi poco importa: il monte rappresenta un luogo appartato, silenzioso e vicino, più vicino, al cielo del luogo pianeggiante e sicuro dove di solito si vive. Come spesso avviene nella Scrittura, è un modo velato per suggerire di cercare il raccoglimento giusto dove Dio si lascia trovare. E in effetti Gesù si mostra a Pietro, Giacomo e Giovanni (gli stessi tre Apostoli che lo seguiranno nell'orto degli ulivi) nella sua divinità: fino a quel momento lo avevano conosciuto nella sua umanità. Se lo avessero visto a faccia a faccia anche in quell'occasione, morirebbero, tale e tanta è la sua grandezza, e allora il Signore appare in una nube, mentre parla con Mosè ed Elia, con chi lo ha preceduto e preparato nella costruzione del regno dei cieli.
E gli Apostoli, presi da un timore mai provato, non sanno che dire e propongono di costruire tre tende, in modo da poter continuare là la contemplazione della gloria del Messia. Ma non è questa la via che Gesù e i suoi discepoli devono percorrere. Gesù è l'amato, dice la voce del Padre dall'alto, e va seguito lungo la via della croce, che è l'unico modo di riscatto del'umanità allora come oggi disorientata. Era successo così anche nella profezia imperfetta di abramo che sacrifica Isacco.
Insomma, è una bella fatica accettare che il più grande di tutti gli uomini, che si è manifestato come Dio e parla con Elia e Mosè, debba essere consegnato per la passione atroce e la morte in croce. Ci hanno messo un po' a capirlo, gli Apostoli e i primi cristiani dico, che tutto si gioca nell'obbedienza alla legge dell'amore. Anche la trasfigurazione è momento di preparazione alla Pasqua, il mistero dei misteri. E il discorso vale per loro e, forse anche di più, per noi oggi.

Copyright (C) Federico Cinti 2018 

Immagine: Wikipedia 

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