venerdì 23 febbraio 2018

Sotto la neve

Cade la neve, il suo cadere è lento,
la poiana per via passa, ripassa,
la neve cade, cade senza vento,
sopra tutto s'accumula, s'ammassa,


cade, dintorno tutto va a rilento,
poi un’altra volta la poiana passa
lungo la via e la neve ogni momento
avvolge il mondo come una matassa.


Guardo San Luca, adesso tutto bianco,
alto nell'aria candida di neve,
il buco della Giacoma lì a fianco,


il cielo immoto, eppure lieve lieve
sul bosco scuro, appesantito e stanco,
e il Reno giù, sempre più grosso e greve.


Casalecchio di Reno (Bologna), 23 Febbraio 2018




Quando nevica, e per di più forte come oggi, non posso fare a meno di pensare all'ode del soratte di Orazio (carm. I 9). Non so: mi è proprio rimasta dentro. Nel 2012 mi ero prodigato a imitarla in tutti i modi: sono andato a vedere nel mio piccolo archivio personale e ho trovato questo sonetto, che ho ovviamente un po' risistemato per l'occasione. La situazione, però, è identica: io che me ne sto in casa a sentire la poiana (che a Bologna è lo spazzaneve... mi dispiaceva non ricordarlo), il silenzio intorno e il desiderio di caldo. Poi, proprio come Orazio, cito il monte di San Luca tutto bianco, cito il buco della Giacoma (da lì si capisce sempre se il tempo sia bello o brutto) e il fiume Reno, che un po' si è ingrossato, anche perché dicono sempre che manca l'acqua... ma quest'anno mancherà? Che ci provino... al di là di questo, non sto a ricordare tutte le altre trame allusive, da Dante a Pascoli: roba da filologi barbogi. La poesia vive di vita sua: è ovvio che non nasciamo dal nulla, io men che meno. Ecco, ora resta solo la speranza che l'inverno passi in fretta: già l'ho detto, ma lo ripeto più a me stesso che agli altri.

Copyright foto e testi (C) Federico Cinti 2018





Nessun commento:

Posta un commento