domenica 4 febbraio 2018

Nella V domenica del tempo ordinario

L'incontro con Gesù cambia ogni cosa
dentro di noi, nell'anima ferita
dal proprio io, lungo la via tortuosa
del quotidiano, su per la salita


piena d'insidie, spesso tenebrosa
tanto che sembra sempre più infinita
per la fatica o l'ansia senza posa
di non trovare mai la via d'uscita,


perché egli è il solo medico del cuore
capace di sanare in noi l'attesa
di quanto ci può rendere migliore


questa nostra l'esistenza, se è protesa
ad affidarsi all'unico Signore
della storia e alle braccia della Chiesa.


Casalecchio di Reno (Bologna), 4 febbraio 2018




In fondo è davvero una consolazione sapere che Gesù è il nostro medico dei corpi e delle anime: l'umanità ha bisogno di qualcuno che la sorregga, come accade ai naufraghi in mezzo al mare in attesa di qualcuno all'orizzonte. Non bastiamo a noi stessi: questo è un dato di fatto. Mi pare sciocco avere la presunzione di poter fare tutto da soli, soprattutto quando per la fatica, l'ansia, il tempo che passa perdiamo proprio la bussola. Gesù sa tutte queste cose, perché le ha vissute realmente. Sul serio bisogna affidarsi a chi ci può aiutare al di là dei falsi miti, delle illusioni d'eternità e di autosufficienza. Oggi siamo presi per mano e chiamati al servizio, come la suocera di Simon Pietro, che quasi risorge alzandosi al tocco del signore e si mette a operare per lui. Questo è forse il segno più esplicito della vita nuova. Ecco, siamo fatti per la vita, non per la morte; siamo fatti per la salvezza della nostra anima e non per la dissoluzione del nostro corpo. Oggi di nuovo la parola si trasforma in segno di grande carità e speranza.

Copyright (C) Federico Cinti 2018
Immagine: Christ Healing the Mother of Simon Peter’s Wife by John Bridges, 1839

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