domenica 1 luglio 2018

Nella tredicesima domenica del tempo ordinario

È l’atto fiducioso dell’amore
che ci fa abbandonare totalmente
a Dio, unico e solo Salvatore
di questo mondo intriso di dolore,

di questa vita spesso sofferente
tra le promesse altrui senza valore,
ma il Signore ha giurato e non si pente,
rimane assieme a noi, se il nostro cuore

lo cerca, come il padre disperato
per quella figlia ormai senza speranza,
come l’emorroissa che ha toccato

la veste di Gesù con l'esultanza
di sentire il suo corpo risanato
nella fede che tutto sopravanza.

Casalecchio di Reno (Bologna), 1 luglio 2018


Nulla Gesù rifiuta a chi, nella tribolazione o nella malattia, lo prega con autentica fede. Così è avvenuto a Giairo, il capo della sinagoga di Cafarnao, quando invoca l'aiuto del Maestro per salvare la figlia di dodici anni, gravemente malata. E Gesù, senza indugio, ascolta il grido di un padre preoccupato per la figlioletta che sa di non poter assistere e la cui unica speranza è credere che Gesù è il Signore della vita. Di nuovo il Signore passa attraverso la gente vociante che lo circonda e lo preme. Ed ecco una donna, anch'ella malata da dodici lunghi anni, nel trambusto della confusione riesce a toccare il lembo del vestito di Gesù ed è guarita. La sua fede l'ha salvata, come le dice poi il Signore. 
È la stessa fede che salva la figlia di Giairo, cui pure viene detto che ormai è inutile disturbare Gesù, perché la figlia è spirata, perché proprio il Figlio di Dio in cui ha riposto ogni sua speranza gli dice che ella sta dormendo. Ed è proprio così: la piccola si rialza e le viene dato da mangiare. La fede del padre l'ha salvata dalla morte, come la fede ha salvato l'emorroissa dalla malattia. 
Due donne, una giovane e una più adulta, accomunate dal dodici, numero di compimento: era giunto infatti il momento della loro salvezza. Solo questo, ci viene ricordato, è il modo per non soccombere alle avversità della vita: avere fede nel Signore Gesù, Salvatore del mondo. Il resto sono solo illusioni, delirio d'onnipotenza, disprezzo per ciò che è buono e giusto.

Copyright (C) Federico Cinti 2018
Immagine: Bronzino, Resurrezione della figlia di Giairo, 1570-72, Wikipedia

Nessun commento:

Posta un commento