giovedì 28 dicembre 2017

La strage degli innocenti

Nella strage dei piccoli innocenti,
di cui oggi la Chiesa fa memoria,
traspaiono le azioni indifferenti
degli uomini assetati di una gloria

effimera, il delirio dei potenti
pieni di vanità, colmi di boria,
avvezzi ai più terribili tormenti
pur di lasciare il segno nella storia,

mentre il circo del mondo si diletta
senza fermarsi mai, senza dolore,
nella sua lieta immagine perfetta,

ma lotta ancora, spera con amore
l'umanità che fiduciosa aspetta
la salvezza del proprio Redentore.

Casalecchio di Reno (Bologna), 
28 dicembre 2017

Giunta la sera, un po' come Machiavelli al confino all'Albergaccio, mi ritiro un po' a leggere, a meditare e a dialogare coi testi che la tradizione ci ha lasciato in eredità. In questi giorni, stanti le feste natalizie, mi dedico molto alle letture evangeliche che la liturgia con grande sapienza ci propone e devo dire che difficilmente resto sordo alla loro voce, alla loro lezione. Una pagina come quella della strage degli innocenti, in cui il re Erode il Grande decide di sacrificare tutti i bimbi per evitare che il nuovo, vero, unico re d'Israele possa crescere e spodestarlo, è di un'attualità sconcertante. Il potere, che spesso si trasforma in delirio di potenza (se non prepotenza), è la mano dell'uomo che, invece di aiutare gli altri, li vessa e li schiaccia con divertita e giustificata indifferenza. Eppure, come Maria proclama nel "Magnificat", il Signore "ha deposto i potenti dai troni e ha innalzato gli umili". Anche davanti all'orrore, alla sopraffazione dissennata, alla follia degli uomini occorre essere fiduciosi di questo, che siamo guidati a rinnovare il mondo nella nostra qualità di operatori di pace.

Copyright (C) Federico Cinti 2017
Immagine: Guido Reni, La strage degli Innocenti (1611-1612), olio su tela, Bologna, Pinacoteca Nazionale



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