martedì 26 dicembre 2017

I giorni di Natale

Le feste di Natale hanno il calore
buono di quelle cose di una volta
la cui memoria fragile, incolore,
rimane dentro l’anima sepolta,

come fuori del tempo, hanno il sapore
dolce-amaro di vita un po’ raccolta
non si sa dove, in fondo in fondo al cuore,
 simile al canto lieto che s’ascolta

solo in quei giorni, hanno la nostalgia
di chi ora non c’è più, di chi è lontano
o si è forse smarrito per la via,

hanno il profumo soavemente vano
di non si sa più che malinconia
tornata ancora a prenderci per mano. 

Casalecchio di Reno (Bologna), 26 dicembre 2017


Che giorni strani, però, quelli di Natale: il freddo, il grigio, le corse per la chiusura dell'anno. E poi la magia della festa, l'incanto del presepe nel suo silenzioso raccoglimento, l'albero nelle sue luci e nei suoi colori. Quando si è piccoli, boh... tutto è così, tutto è normale: la festa, i regali, le riunioni di famiglia: è un momento che non si vede l'ora che arrivi. Anche adesso è così, ma in modo diverso, in modo più vero: è una ricerca di quei sapori, di quei colori, di quelle atmosfere... insomma, il Natale sa sempre di dolcezza languida, di ritorno a un luogo senza tempo, d'infinito abbandonarsi agli affetti. Certo, un po' di malinconia viene, almeno a me viene, al pensiero di chi non è più presente, ma ancora resisto e attendo che si ripeta l'incantesimo. E poi i canti natalizi: non so dire se siano belli di per sé o perché siano natalizi. Non so, mi piacciono e tanto basta! Davvero ogni volta è un rinascere a vita nuova, è un ritrovare lo spirito che si era smarrito o addormentato sotto le beghe degli adulti, inutilmente impegnati in cose assurde, in lotte sterili, discussioni e questioni senza senso. Beh, per un po', finché si può, anch'io - per dirla con Ungaretti - mi metto al caldo buono con le quattro capriole di fumo del focolare...

Copyright (C) Federico Cinti 2017
Immagine: Malene Thyssen, A Danish Christmas tree, Opera propria, Wikipedia

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