Ti vorrei dire mille cose, cento
le aggiungerei per essere sicuro
d’avere eluso l’ansia del momento
mentre l’attimo fugge nel futuro,
ti vorrei dire come m’accontento
in questo strano vivere all’oscuro
senza di te, quello che faccio o sento
adesso che non cerco, che non curo
se non d’avere qualche distrazione
maggiore la mattina in mezzo ai banchi
ripetendo la solita lezione,
ora che i giorni sono brevi, stanchi,
privi della più semplice emozione,
ma ti dirò soltanto che mi manchi.
Ogni tanto ti senti solo, soprattutto quando una persona
molto cara, per motivi tutti suoi, deve onorare impegni cui non può sottrarsi.
Certo, sono fili che restano un po’ sospesi, pendenti, ma che ci si può fare?
La nostalgia è come un lento gocciare dentro il cuore, che scava voragini di
vuoto. Non c’è parola che possa riempire questi interstizi dell’anima. Ecco,
forse basta solo un grido muto, uno sguardo nel concavo del cuore, quel trito e
ritrito «mi manchi», che pure è l’unica verità comunicabile in un momento di
tristezza.
Copyright (C) Federico Cinti 2017
Immagine: Ski Amade di Greby Johann, Flickr
Immagine: Ski Amade di Greby Johann, Flickr
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