Non so
che cos’era, ma c’era
dovunque
per l’aria dintorno
nel bar
una strana atmosfera
al
muoversi immoto del giorno
già
pronto all’ennesima sera
laggiù
sull’azzurro contorno
dei
mondi, in cui tutto si avvera
con
ciclico, eterno ritorno,
non so
cosa c’era, ma noi
abbiamo
parlato due ore
dei fatti
un po’ miei, un po’ tuoi,
abbiamo
sperato di cuore
venisse,
e verrà, prima o poi
un tempo
davvero migliore.
Casalecchio
di Reno (Bologna), 3 agosto 2016
Al Caffè Anna della Croce, quest'oggi, ho incontrato Chiara, una mia ex-studentessa che è venuta a salutarmi e a farmi gli auguri di Natale. Era un po' che non ci si vedeva, perché dopo il liceo la vita diventa frenetica, soprattutto se sei fuori sede. Ci si confronta un po' su mille cose, a dire in fondo che finito il rapporto formale tra docente e discente ne può iniziare un altro di più cordiale e franco rispetto reciproco. E così, spulciando tra le cose che avevo scritto, ho trovato un sonetto d'un paio d'anni fa da cui emerge sullo sfondo un nostro dialogo: aveva appena finito il liceo e si guardava - come si suol dire - in giro. Un po' di malinconia viene a pensare che le cose sono tanto cambiate... anch'io mi sento, e di fatto sono, molto cambiato, tanto che mi pare di vedermi da fuori, come in uno specchio.
Copyright testi e foto (C) Federico Cinti
super!
RispondiEliminaAh, Chiara, quando si nasce belli, non si può che migliorare e, difatti, come dicevano i Romani, "similes cum similibus facillime congregantur".
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