mercoledì 3 gennaio 2018

A Marco Tullio Cicerone

Oggi, nel centosei prima di Cristo,
nei pressi dell’odierna Frosinone,
su cui naturalmente non insisto
evitando l’ennesima questione,

per volontà dei fati (o altro imprevisto),
nasceva Marco Tullio cicerone,
autore insuperato, sommo acquisto
di Roma e dell’italico sermone.

In questi pochi versi lo rammento
per il suo eccelso stile d’oratore,
per il suo incalcolabile talento,

e mi distraggo appena dall’amore
che senza tregua avverto ogni momento
per la dolce ragazza del mio cuore.

Casalecchio di Reno (Bologna), 3 gennaio 2018


Ah, non può passare questa  giornata senza che io ricordi che in quel di Arpino, il 3 gennaio del 106 a.C., nacque il più grande degli autori latini, Marco Tullio Cicerone. Il resto non conta né – credo – m’interessa, perché la sua voce ha il sapore del mio ginnasio e del mio liceo, una sorta di madeleine, oggi che anche io sono passato a insegnare la più bella di tutte le lingue, che altro non è se non appunto quella di Cicerone. Confrontarsi giorno per giorno con lui e gli altri autori è un esercizio di vita, un dialogo, un nutrimento che mi auguro non mi venga mai tolto. Insomma, mi auguro di potere essere ancora accompagnato da chi ha fatto l’Europa nei modi, nei toni, nelle sfumature di un pensiero che adesso e per sempre è diventato il mio. E il discorso vale pure per gli altri autori…

Oh, del resto lo studio è il mio piccolo rifugio: lo è sempre stato e m’auguro che sempre lo possa essere . È l’insegnamento più grande della mia insegnante del ginnasio. A mano a mano che si cresce, riaffiorano alla labile memoria i frammenti di un essere che quasi si credeva perduto, un’eco d’un’eco lontana, il sogno smarrito in un sogno evanescente. E così ho voluto rendere omaggio anche al mio Catullo, all’epoca dei fatti acerrimo nemico dell’Arpinate (così almeno pare nel carmen XLVIII). Ho alluso al Veronese (oh, ma è proprio vero: solo Cesare era romano de Roma), quando canta, rivolto al famoso “passero della sua ragazza”: «Tecum ludere sicut ipsa possem / et tristis animi levare curas!» (da me tradotto: “Potessi io come lei con te giocare / e togliere dal cuore i tristi affanni!”).
Ecco, quando posterò la traduzione del carmen II di Catullo, forse il mosaico si ricomporrà del tutto…  

Copyright (C) Federico Cinti 2018
Immagini: Project Gutenberg's Young Folks' History of Rome, by Charlotte Mary Yonge (1823-1901)
Pieriogrio  Mariniello, Panorama di Arpino vista dall'acropoli, Wikipedia

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