lunedì 15 gennaio 2018

Poi ti senti così

Poi ti senti così, semplicemente
diverso, non più tu, come svegliato
da un sogno, un lungo sogno evanescente
nella memoria incredula, cambiato

senza saperlo, un attimo, anzi un niente
rispetto a prima, a quanto è capitato,
uno straniero in mezzo ad altra gente
cui passi in mezzo nell'anonimato,

senza più storia, quasi senza volto,
in un silenzio attonito, contorto
nelle vicende altrui, ora in ascolto

steso sull'acqua galleggiando a morto,
senza peccato, libero, già assolto,
alla ricerca di un felice porto. 

Casalecchio di Reno (Bologna), 19 ottobre 2016


Non so, ma mi rivedo al Margherita, solo e pensoso, immerso nei pensieri di un essere che, in fondo, è un essere già stato. Credo che le foto (e oggi anche i video) ci diano l'illusione di poterci vedere dall'esterno, in quello specchio immoto che è la fantasia. Eppure, nel momento in cui possiamo guardarci dall'esterno, ho come l'impressione che non siamo più noi, ma quasi la foglia che si è staccata dall'albero, come in autunno, quasi un pezzo di noi che se ne è andato. La foto è rigida, come il freddo del non essere. 

Anche il video è così, in movimento, ma un movimento destinato a finire in fretta, troppo in fretta, in un segmento di tempo che non ci rappresenta più. Ecco, forse ci possiamo solo immaginare da fuori, non più da dentro; ci possiamo volgere indietro per dire quello che non siamo più e che ancora non saremo. 

Per questo, a volte, mi sembro semplicemente un altro, passo in mezzo alla folla, un po' come Gesù a Cafarnao dopo essersi rivelato in un giorno di sabato finita la lettura del profeta Isaia, senza che nessuno mi conosca e mi riconosca, nemmeno io. Questo è lasciarsi vivere, fluire addosso il tempo; appena, però, ci si ferma a riflettere, come in uno specchio appunto, ecco non siamo più noi, ecco ci si vede dall'esterno. 

Non so, Pirandello diceva: "chi vive, quando vive, non si vede". E in quest'epoca dell'immagine, in cui tutto è ridotto a icona, pure il nostro divenire, se ancora diveniamo qualche cosa, siamo in grado di fare il percorso opposto e liberarci del fiume di Narciso che ci innamora e ci uccide inghiottendoci? Oppure, tutto è molto più semplice: ci vogliamo vedere come gli altri ci vedono. Niente di più, niente filosofia, niente voli pindarici, solo un po' di desiderio di lasciare di noi qualche vestigio.

Copyright foto e testi (C) Federico Cinti 2018



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