venerdì 26 gennaio 2018

Omaggio a Walt Whitman

Capitano, capitano,
sarò forse il caso strano
di un malato poco sano
che sopra ali di gabbiano


oggi insegue il sogno vano
di ogni singolo italiano,
se si scende da Bolzano,
fino al fondo siciliano


dove erutta anche il vulcano,
ma non quello leopardiano,
con un rombo disumano:


molto in fretta o troppo piano,
con il piede o con la mano,
ti saluto da lontano! 


Casalecchio di Reno (Bologna), 25 gennaio 2017



Ero valetudinario, mio malgrado naturalmente, e mi risuonavano in mente i versi della poesia di Walt Whitman: “Capitano, mio capitano!”. Oh, non so, forse era solo la suggestione del famosissimo film di Robin Williams, “L’attimo fuggente”, in cui un professore più strano di me recitava con la passione dell’educatore. Già, il mio caro Orazio ci sta sempre: “carpe diem, quam minimum credula postero” (carm. I, 11, 8). Insomma, vivere appieno la pregnanza dell’attimo direi che sia un valore che va al di là di ogni norma stabilita, anche perché non significa altro che vivere al meglio, gustandolo ovviamente, tutto quel che si fa e che si è. Sì, ero valetudinario, quando ho scritto questi versi, seguendo l’onda così travolgente della rima, ma reinterpretando un po’ la spinta a seguire il “capitano, mio capitano”, visto che era un po’ all’italiana, se poi lo si saluta “di lontano” e in più “con il piede o con la mano”. Sì, dai, è la solita questione del vecchio “armiamoci e partite”. Ma anche se ero valetudinario, e non ho potuto tralasciare il caro Leopardi che parla “del formidabil monte / sterminator Vesevo” (“La Ginestra”, 2-3), sulla cui arida sponda cresce “il fiore del deserto”. Comunque va bene, se a distanza di tempo la convalescenza si è risolta e io continuo a salutare con un certo distacco il “capitano, mio capitano”.
Copyright (C) Federico Cinti 2018






2 commenti:

  1. Ho condiviso con molto piacere questi bellissimi versi. Grazie.

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  2. Ti ringrazio, Marisa, di questo bel pensiero, che è la condivisione: credo, infatti, che la poesia aiuti a costruire ponti, anche virtuali, ma pur sempre ponti.

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