lunedì 29 gennaio 2018

Il mio miracolo




Sfogliava il mandorlo ali di farfalle
nel sogno in cui ti vidi ritornare
bella come non mai, meravigliosa,

ed errò l’armonia per questa valle
che assieme a me ti stava a contemplare,
amica mia, dolce sorella, sposa,

con lo sguardo stupito di un bambino
cui di mano è sfuggito il palloncino.

Casalecchio di Reno (Bologna), 3 giugno 2017


Lo ammetto, sì, lo ammetto che è del mio Pascoli il magnifico verso "sfogliava il mandorlo ali di farfalle" ("Il miracolo", 6), oltre ovviamente al titolo, che ho personalizzato con quel "mio", ma dovevo descrivere un sogno sospeso nello spazio e nel tempo, un'apparizione sciolta da limiti e confini nella fantasia d'un attimo incantato. Era una leggerezza come di nuvola tra colori pastello, dove ogni cosa mi sembrava perfetta, dove anche lei era lì a donare a questa valle di lacrime l'armonia della perfezione primaverile, quella cantata da Leopardi nel "Passero solitario" (v. 4): "ed erra l'armonia per questa valle". E la contemplavo in quell'attimo eterno di stupore simile al bimbo che segue l'azzurro in cui si perde il palloncino, un po' come scrive Montale in "Felicità raggiunta, si cammina" (vv. 9-10): "ma nulla paga il pianto del bambino/ a cui fugge il pallone tra le case". E quel sogno finì in breve, più breve certamente d'un battere di ciglia.

Copyright (C) Federico Cinti 2018
Immagine: Dei fiori di mandorlo, Mick Stephenson, Wikipedia, Almond blossom (Prunus dulcis) with young leaf shoots, Garraf, Barcelona, Spain 2007

2 commenti:

  1. miracolo di una precoce primavera che il tuo cuore di poeta riesce a cogliere nella prima, improbabile gemma. bellissima.

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  2. Dallo scrigno incantato dei ricordi, Marisa, ogni tanto esce come un bagliore di stupore e meraviglia: il mandorlo fiorito che crea come una nuvola d'ali di farfalle. Quest'immagine mi pare collegarsi perfettamente al passo dantesco del "Purgatorio", quando riappare finalmente in tutto il suo splendore la divina Beatrice: «così dentro una nuvola di fiori / che da le mani angeliche saliva / e ricadeva in giù dentro e di fori, // sovra candido vel cinta d'uliva / donna m'apparve, sotto verde manto / vestita di color di fiamma viva» (Purg. XXX 28-33). Anche Petrarca ritrova in qualche angolo della sua memoria l'immagine di un'ineffabile Laura sotto una pioggia di petali: «Da’ be’ rami scendea / (dolce ne la memoria) / una pioggia di fior’ sovra ‘l suo grembo; / et ella si sedea / humile in tanta gloria, / coverta già de l’amoroso nembo. / Qual fior cadea sul lembo, / qual su le treccie bionde, / ch’oro forbito et perle / eran quel dì a vederle; / qual si posava in terra, et qual su l’onde; / qual con un vago errore / girando parea dir: - Qui regna Amore. -» (Rvf CCCXXVI 40-53). Insomma, a parte le lungaggini, mi sento in buona compagnia... il resto già l'ho detto, ma non ti ho detto grazie di queste tue parole!

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