sabato 13 gennaio 2018

Al di fuori di me

Questo grigio impalpabile, che impregna
di sé perfino gli angoli del cuore,
sospeso lungo il limite in cui regna
un desiderio sempre superiore

al possibile, labile disegna
immagini di vuoto, di torpore,
d’inerte frenesia, quasi mi segna
a dito oltre le case lo stupore

sbocciato come in nuvole di cloro
per l’aria azzurra, dove si è smarrita
soave un’armonia fuori del coro,

che mi risveglia l’anima assopita
ora che ha ritrovato il suo tesoro
di sogno, d’incantesimo, di vita.

Casalecchio di Reno (Bologna), 12 gennaio 2018



Non posso dire che l'inverno mi spiaccia del tutto, anche se il freddo non lo sopporto proprio. Sì, perché le atmosfere nebbiose e cupe, i giorni che finiscono subito in una luce incerta, i paesaggi inerti e rigidi, diciamolo pure, hanno una loro bellezza intrinseca, aiutano l'introspezione, ci pongono quasi naturalmente davanti alla nostra finitudine. Lo so, lo ammetto: subisco il fascino oraziano delle odi gelate nei fiumi e nei boschi, della neve candida che eleva il Soratte sotto un Giove livido, ma che ci posso fare? La malinconia, in fondo, non è la tristezza, ma il sentimento della tristezza: è come guardarsi allo specchio senza sapere più quale sia l'immagine vera, se quella che si specchia o quella che è specchiata. Di solito,però, questi pensieri mi assalgono più frequentemente in dicembre, quando si approssima l'"ultima linea rerum", per dirla sempre con Orazio (Epist., I, 16. 79), dell'anno. Non so, questo gennaio mi pare così buio, così tetro, nonostante che non siano mancati giorni di sole quasi primaverile. Sarà che sta incombendo il mio compleanno...

Copyright (C) Federico Cinti 2018
Immagine: High clouds - Cirrus (in the lower right corner - Cirrostratus), di LivingShadow, Wikipedia

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